C’era una volta la merenda

merenda
/me·rèn·da/

– Breve e leggero pasto tra il pranzo e la cena, di solito con cibi non cucinati; spuntino.

Così recita il dizionario e in effetti è proprio così: un pasto leggero, che non sia pranzo e non sia cena, una piccola pausa a spezzare le attività del pomeriggio.

Ma andando un po’ indietro nel tempo scopriamo che la parola merenda deriva dal verbo latino merēre, che significa “meritare“.

E direi che oggi, una lettura contemporanea di questa parola, debba andare in due direzioni: da una parte cerchiamo di meritarci davvero questa piccola pausa attraverso uno stile di vita attivo, caratterizzato dal movimento fisico e dall’inversione della tendenza attuale a far entrare molto più di quanto esca. Dall’altra ci meritiamo la qualità, la cura, l’attenzione nella preparazione di ciò che mangeremo. Anche se si tratta di un semplice spuntino.

Senza essere grandi chef, basta scartare a priori ciò che è processato, preconfezionato, addizionato, fuori stagione e dirigersi a colpo sicuro nella realizzazione di ricette semplici, dove la tradizione e il naturale non sono una moda, ma sono il mezzo per rispettare il proprio corpo e la propria salute.

L’Italia possiede un DNA culturale preziosissimo costituito dalla dieta Mediterranea, che non è semplicemente pasta, pane e olio, ma è un modo di vivere scegliendo gli alimenti con stagionalità, privilegiando ciò che non ha bisogno di troppe trasformazioni, includendo tutto, anche i grassi.

I nostri comportamenti, soprattutto quelli alimentari sono sostanzialmente abitudini e le abitudini si cambiano, magari non è semplice, non è immediato, ma è possibile.

E se diventa uno stile di vita familiare allora sarà veramente facile, perché l’unione fa sempre la forza.