Il Progetto

C’era una volta la merenda è l’evoluzione dell’esperienza già maturata presso la scuola Emilio Sereni di Roma con il progetto de “Il Casale delle Arti e dei mestieri” e focalizza una nuova fase di intervento specifico per fornire ulteriori strumenti pratici di inclusione sociale e per orientare verso ulteriori competenze e autonomie la formazione nel settore agro alimentare di ragazzi con disagio e neurodiversità che, per oggettive difficoltà relazionali, sarebbero altrimenti destinati a interrompere la loro permanenza scolastica.

Il progetto è quindi il prosieguo di un lavoro sperimentale già avviato e mirato alla messa a punto di un Format replicabile di “Post scuola di Vita e Lavoro” che intendiamo come la nostra risposta di alternativa inclusiva al Centro Diurno per disabili mentali, dove i ragazzi autistici e con deficit cognitivi e relazionali sono spesso destinati ad andare in alternativa al ciclo scolastico e dove non sempre le persone con disabilità sono affiancate ad operatori preparati ad affrontare le peculiarità comportamentali che tale disturbo presenta.

In questa fase di progetto, abbiamo immaginato un’alternativa green e sostenibile alle merendine preconfezionate, collocandoci in maniera propositiva rispetto all’attuale e diffusa tendenza di recupero del “patrimonio culturale delle tradizioni italiane”: abbiamo lanciato come provocazione da “cervelli ribelli” la nostra campagna per il recupero delle “antiche merendine della mamma/nonna”.

I ragazzi saranno impegnati nelle attività di coltivazione e lavorazione delle materie prime, di preparazione dei prototipi di confezione e packaging delle “merendine di una volta”.

È disponibile in questo sito, per chiunque, la presentazione delle “antiche merendine” con un commento clinico di un medico nutrizionista di fama, la Dottoressa Serena Nardo, che per ogni “merenda” proposta ci ha fornito un contributo originale e informato sugli aspetti nutrizionali, apporti calorici, riferimenti storici.

La Dottoressa Serena Nardo è Specialista in Patologia Clinica e Metabolica, Malattie della Tiroide e Nutrizionista. L’esperienza maturata in quest’ultimo ambito l’ha portata a perfezionare ed approfondire l’aspetto nutrizionale e le sue connessioni con la sindrome metabolica. Il suo impegno con i pazienti è nel rivalutare e riqualificare lo stile di vita e ho scelto a tale scopo di utilizzare come unico modello alimentare la dieta mediterranea: uno schema bilanciato e non punitivo che insegna a mangiare puntando all’educazione alimentare più che alla restrizione.

Alla base dei “format” di merendine ci sono sempre ingredienti a chilometro zero e prodotti confezionati dai ragazzi. Il Team ha lavorato alla progettazione di un modello di merendina sostenibile validata da una nutrizionista e in linea con le indicazioni dell’OMS e delle principali istituzioni che si stanno battendo per diffondere una miglior cultura del benessere e della salute.

Il progetto ha la sua sede operativa nell’edificio secondario della sede succursale dell’Emilio Sereni di Roma dove è stata già avviata un’attività specifica con ragazzi neurodiversi nella prima fase del progetto. Nell’area prescelta si realizzeranno le attività lavorative già individuate e sperimentate sfruttando anche le aree comuni con le attività della scuola (rispettando le necessità della didattica dell’istituto). I luoghi presi in considerazione sono la serra interna, l’orto interno, le aree coltivabili esterne nel quale verranno prodotte le materie prime necessarie alla realizzazione del progetto e degli spazi interni da adibire a laboratorio in cui vengono svolte le attività relative attività di packaging e realizzazione materiali annessi, nonché le attività di valutazione e test da parte del personale dell’Università di Tor Vergata.